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L'UE potrebbe sanzionare chi non rispetta i piani per l'elettrificazione

L'Unione Europea sta valutando l'applicazione di sanzioni verso gli stati che non rispettano gli accordi vincolanti sulla mobilità elettrica e le sue infrastrutture.

È in corso al Parlamento Europeo la valutazione di un sistema di sanzioni per chi non rispetta gli accordi vincolanti sull'elettrificazione. In particolare, l'accento è stato messo sull'installazione delle colonnine di ricarica che risulta estremamente in ritardo rispetto alla tabella di marcia prestabilita.

Rispetto alle oltre 677.000 colonnine previste entro il 2020, in Europa attualmente sono presenti solo 377.000 punti di ricarica, che corrisponde a poco più del 50% di quanto preventivato. L'accordo vincolante di cui sopra, prevede la presenza di una stazione di ricarica ogni 60 km lungo le principali tratte europee.

Tuttavia, la direttiva coinvolge solo alle dieci principali arterie per il trasporto commerciale transeuropeo. Secondo Ismail Ertug, però, molti degli stati non hanno presentato un piano strategico per raggiungere tale obiettivo, il che starebbe rallentando la transizione ecologica che, come è giusto ricordare, impedisce la circolazione ai veicoli a combustione dal 2035.

Colonnina di ricarica Enel X
Colonnina di ricarica Enel X

Secondo Ertug, quindi, andrebbero imposte delle sanzioni nella misura di 1.000 euro per ogni colonnina non installata entro il termine previsto. Ma non solo, il parlamento sta valutando anche la possibilità che siano direttamente i singoli stati ad imporre sanzioni verso i gestori delle stazioni di ricarica "non correttamente mantenute" o che non consentano il pagamento con carta.

In linea di massima, il pensiero del deputato potrebbe anche essere condivisibile, in quanto un'infrastruttura di supporto è indispensabile per consentire il passaggio alla mobilità elettrica. Inoltre, un'accelerazione sulla costruzione di tale infrastruttura potrebbe spingere più velocemente gli utenti al passaggio, rendendo i risultati climatici raggiungibili più velocemente.

Tuttavia, ci sono alcuni elementi da prendere in considerazione. Il rapporto, pubblicato sulla testata tedesca Spiegel, non descrive cosa si intende per "correttamente mantenute" quando si parla delle stazioni di ricarica. Inoltre, gli obiettivi sono stati fissati diversi anni orsono, prima che il mondo affrontasse un numero consistente di crisi.

Prima tra tutte va naturalmente considerata la pandemia di COVID-19, che seppur appare già come un lontano ricordo, in realtà stiamo ancora affrontando. Questa ha generato numerosi disagi alla produzione e alla catena di approvvigionamento. Nel frattempo, si è aggiunta la crisi dei semiconduttori che rappresentano un componente principale anche per i sistemi di ricarica EV. Come se tutto questo non bastasse, il conflitto tra Russia e Ucraina ha generato un innalzamento smisurato dei prezzi per le materie prime.

Insomma, imporre delle sanzioni non è detto che acceleri il processo, ma potrebbe rivelarsi addirittura un deterrente. La presentazione dei piani, comunque, è richiesta entro il 2024 e non è detto che tali sanzioni vengano poi approvate.

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