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Tesla sta sviluppando batterie economiche capaci di raggiungere 100 anni di durata

Tesla ha recentemente svelato un documento nel quale viene esposto lo studio su una nuova batteria basata sul nichel, economica come una LFP, ma molto più performante.

Secondo un documento apparso sul Journal of the Electrochemical Society, Tesla starebbe sviluppando una batteria concorrente delle celle LFP. Queste sarebbero ugualmente convenienti dal punto di vista del costo, ma con una densità energetica maggiore e capaci di resistere a 100 anni di utilizzo in condizioni specifiche.

Le celle LFP rappresentano attualmente una soluzione più accessibile rispetto alle tradizionali batterie agli ioni di litio e che Ford vorrebbe introdurre ed LG si sta preparando a produrre. Il vantaggio risiede puramente nel costo che risulta notevolmente più basso, ma a fronte di una densità energetica inferiore che incide chiaramente sull'autonomia delle vetture. Questo, tuttavia, ha consentito di produrre veicoli a basso costo aprendo le porte della mobilità elettrica ad un numero più ampio di clienti.

Sembra però che Tesla stia elaborando una nuova cella con una chimica basata sul nichel che sarebbe non solo più economica rispetto alle classiche celle ternarie e al pari delle soluzioni LFP, ma in grado di mantenere l'apprezzabile densità energetica delle celle NCM o NCA.

Lo studio nasce dalla collaborazione tra Tesla, azienda leader nel settore EV fondata da Elon Musk, ed il laboratorio di batterie del solito Jeff Dahn, con il quale la società ha siglato una partnership recentemente rinnovata fino al 2026. Da questa è nata la Tesla Advanced Battery Research, la divisione che si occupa di ricerca e sviluppo delle batterie per i veicoli della casa, la quale ha prodotto già numerosi brevetti.

Grafico delle prestazioni di una cella NMC532 alle diverse temperature di esercizio
Grafico delle prestazioni di una cella NMC532 alle diverse temperature di esercizio

Stando ai risultati dello studio, le nuove batterie definite NMC532 riuscirebbero ad offrire una densità energetica molto vicina alle altre soluzioni, ma con un costo per la loro produzione sensibilmente ridotto. A questo va aggiunto che in un ambiente controllato con una temperatura operativa di 25 gradi, le nuove celle sarebbero in grado di resistere ad un secolo di utilizzo.

È stato evidenziato, infatti, che la curva di ritenzione energetica, ovvero la riduzione della capacità graduale che affligge le batterie, in questo caso è estremamente ridotta rispetto alle dirette concorrenti LFP. Il risultato è stato raggiunto riducendo la tensione di ricarica a 3,8 Volt e contestualmente la quantità di grafite presente all'interno della cella. Attraverso un elettrolita con sali di litio LiFSI i ricercatori sono riusciti a mantenere una temperatura controllata evidenziando così i benefici che, secondo il loro parere, potrebbero essere applicati anche ad altre sostanze chimiche basate sul nichel, comprese quelle a basso contenuto di cobalto.

Si tratta senza dubbio di studi preliminari, ma che potrebbero aprire a nuove opportunità nel settore EV. Batterie simili consentirebbero di fornire veicoli a basso costo che non si discostino troppo dalle proposte di fascia alta, offrendo una vera e propria alternativa non solo dal punto di vista funzionale, ma anche e soprattutto del costo ai veicoli a combustione rendendo più agevole la transizione.

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