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Le batterie 100in5 di StoreDot ricevono la prima validazione

La startup ha annunciato di aver ricevuto la validazione da una terza parte, il che fa ben sperare nell'arrivo sul mercato delle celle.

StoreDot, società israeliana impegnata nello sviluppo di batterie EV, ha annunciato che una terza parte ha validato le sue batterie. Si tratta delle famose celle 100in5 che l'azienda ha mostrato ormai più volte, ma che ancora non hanno raggiunto il mercato, seppur l'azienda ha già anticipato che vedranno le prime applicazioni solo nel 2024.

Per chi non lo sapesse, StoreDot è una startup piuttosto promettente impegnata al momento nello sviluppo di batterie allo stato semi-solido. Si tratta di un "passaggio intermedio" prima che il settore EV si sposti completamente sulla tecnologia allo stato solido delle batterie, la quale promette autonomie e velocità di ricarica sensibilmente superiori.

In particolare, StoreDot ha definito le sue celle XFC, ovvero Xtreme Fast Charging o a ricarica ultrarapida. La loro prima iterazione, 100in5 appunto, promette di ricaricare 100 miglia di autonomia (160 km) in soli 5 minuti, un risultato ragguardevole considerando che le celle della società non lesinano neanche sulla densità energetica pari a 300 Wh/kg.

Prototipo della cella 100in5 di StoreDot
Prototipo della cella 100in5 di StoreDot

Secondo quanto riportato dal Green Car Congress, SDLE (Shmuel De-Leon Energy), un laboratorio indipendente per le batterie, ha testato una cella a sacchetto XFC da 30 Ah. Il laboratorio sostiene che la velocità di ricarica e la densità energetica sono superiori alle tradizionali batterie agli ioni di litio ed è già commercialmente praticabile.

A lungo si è parlato delle suddette batterie e solo pochi mesi fa sono stati spediti i primi kit di prova ai produttori partner della società. Nell'arco del 2023, come da programma, verrà strutturata la produzione di massa così da essere pronti al lancio nell'anno successivo.

Certo, siamo ancora distanti dalle soluzioni allo stato solido, tanto che sia StoreDot che BMW – peraltro una delle case che più ha investito nella startup – ritengono che ci vorrà circa un decennio per procedere al passaggio. Tuttavia, si tratta comunque di prestazioni eccellenti che avvicinano sempre di più i tempi di ricarica a quelli di un tradizionale rifornimento di carburante.

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