Secondo l'ultimo MCI, gli automobilisti a livello globale desiderano un'auto elettrica, primi tra tutti gli italiani con il 73% degli intervistati.
La redazione di Tate
10:36
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30 mag 2022
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2 minuti
Secondo l’ultimo Mobility Consumer Index di EY, una società che si occupa di raccogliere i dati sulla mobilità a livello globale, sembra che l’attenzione degli automobilisti si sia spostata maggiormente sui veicoli elettrici superando per la prima volta la quota del 50%. In testa l’Italia con il 73% degli intervistati.
In particolare, EY ha intervistato i consumatori interessati all’acquisto di un veicolo personale entro i prossimi 12 o 24 mesi. Dai sondaggi emerge una crescente voglia di possedere un veicolo proprio, in controtendenza con l’adozione del trasporto pubblico che vede una diminuzione in costante calo. Allo stesso modo anche il car-sharing ha visto una brusca frenata rispetto al periodo pre-COVID-19.
Le ragioni sono piuttosto intuibili: il COVID19, insieme alle norme sulla sicurezza e al distanziamento sociale, ha dissuaso le persone all’utilizzo di mezzi pubblici o condivisi per ragioni sanitarie. Inoltre, l’ampliamento dello smart working ha ridotto le esigenze dei pendolari, facendo diminuire nel panorama generale gli spostamenti per lavoro, che si tratti del tragitto casa-ufficio o di viaggi veri e propri. Oltre un terzo degli intervistati lavora da casa almeno una volta a settimana con una significativa percentuale che lo fa anche tre o quattro volte a settimana.
Di conseguenza, è cresciuta notevolmente l’intenzione di acquistare un veicolo a proprio uso e consumo dedicato agli spostamenti ormai più rari. Sembra però che rispetto al periodo precedente alla pandemia, le auto elettriche attraggono molto di più.
La necessità in calo di effettuare viaggi lunghi, unita ad un miglioramento notevole delle capacità delle batterie rispetto a soli pochi anni fa, hanno lasciato cadere in secondo piano le preoccupazioni sull’autonomia che pur rappresentando la principale discriminante per gli acquirenti, non è più così incisiva. Inoltre, anche le infrastrutture per la ricarica sono in costante crescita lasciando meno spazio ad un altro dei grandi dubbi che affligge i potenziali acquirenti di una nuova vettura.
Va sottolineato che lo studio aggrega tutti i tipi di alimentazione, elettrificati o elettrici, il che comprende oltre alle elettriche pure anche le ibride o ibride plug-in. Tuttavia, si tratta di un dato estremamente significativo, poiché risultato di una particolare attenzione all’inquinamento che motiva gli acquirenti a forme alternative. Tra le ragioni a spingere verso i nuovi motori, infatti, c’è proprio una preoccupazione verso il cambiamento climatico per la quasi totalità degli intervistati.
Ovviamente, tutti i dati riportati in precedenza sono una concausa della difficoltà nelle consegne che ha coinvolto praticamente l’intero settore dell’automotive. A questa, infatti, vanno aggiunti i problemi di approvvigionamento che stanno affrontando i produttori da ormai due anni, a cui si è aggiunto il conflitto tra Russia e Ucraina che ha bloccato le forniture da numerose terze parti.
In ogni caso, questo dimostra una crescente propensione verso la mobilità ecologica ed un lavoro verso questa direzione che, soprattutto in Italia, sta funzionando.