Il costo di ricarica di un veicolo elettrico può cambiare sensibilmente a seconda del tipo di collegamento che viene selezionato: vediamo come e perché la ricarica domestica è sempre la più economica.
Quanto costa ricaricare le batterie di una vettura elettrica? È questa una classica domanda fatta da chi si avvicina per la prima volta al mondo della mobilità elettrica, alla ricerca di una risposta univoca che possa permettere di fare un confronto economico con una vettura dal motore endotermico.
Ma la risposta a questa domanda è legata a quale sia la fonte della nostra ricarica, cioè al tipo di collegamento con la colonnina, oltre a quale sia il gestore che fornisce il servizio. Un po’ come se, nel mondo delle vetture a benzina e diesel, il prezzo al litro del carburante non fosse di fatto allineato tra le varie stazioni di servizio ma variasse sensibilmente, in alcuni casi con differenze che possono essere anche superiori a 3 volte dal più basso al più costoso.
L’equivalente del litro di carburante nella ricarica delle batterie è il kWh, unità di misura che esprime per l’appunto il quantitativo di energia che una batteria può immagazzinare al proprio interno. Calcolando il costo al kWh delle diverse soluzioni di ricarica, moltiplicato per il quantitativo di kWh che la nostra batteria può contenere, otterremo una indicazione del costo di ricarica al netto di eventuali dispersioni e perdite di efficienza nel processo di ricarica.
Per le vetture elettriche il kWh è l’equivalente di un litro di carburante.
La ricarica a casa è quella più economica
La ricarica domestica è quella preferibile, in quanto avviene mediamente al prezzo più basso. È allo stesso tempo anche quella più lenta, in quanto la potenza massima che potrà essere fornita alla macchina sarà sempre come massimo pari alla potenza del contatore domestico ma più realisticamente inferiore a questa, così da lasciare margine di consumo per gli altri utilizzi domestici (illuminazione ed elettrodomestici). In genere questo non rappresenta un problema, in quanto la ricarica domestica è fatta in orari notturni durante i quali la macchina resta parcheggiata in garage o nel posto privato.
Il costo al kWh della ricarica domestica si calcola facilmente: è sufficiente prendere la propria bolletta, ma meglio ancora sarebbe procedere con più di una bolletta così da individuare un andamento medio, ed evidenziare quanto pagato IVA inclusa, sottraendo a questa cifra la eventuale quota del canone RAI se presente (è in genere chiaramente indicato). La cifra ottenuta deve essere divisa per il numero di kWh complessivamente erogati e riportati in bolletta, ottenendo così il costo al kWh.
Costo al kWh = (costo bolletta – canone RAI) / quantitativo kWh consumati nel periodo.
Attenzione: il costo della bolletta non è quello della sola ricarica delle batterie della vettura, in quanto l’utenza domestica viene utilizzata anche per tutte le altre richieste energetiche all’interno della casa. La bolletta si compone di voci di costo fisse, legate al tipo di impianto, e di una parte variabile legata al consumo effettivo: più elevato sarà quest’ultimo, più basso tenderà a essere il costo finale netto per ogni kWh presente in bolletta.
A seconda del tipo di contratto che avremo sottoscritto con il nostro gestore il costo netto al kWh della nostra utenza elettrica sarà diverso rispetto ad altri e tenderà a cambiare nel corso del tempo: per questo è buona cosa calcolare ad ogni bolletta il costo medio al kWh registrato, così da avere una più chiara idea di quale sia il prezzo per la ricarica del nostro veicolo e tenendo traccia di eventuali variazioni al rialzo o al ribasso del prezzo medio.
Se possibile è sempre meglio caricare a casa, perché è la soluzione più economica e pratica.
La ricarica fuori casa su colonnine pubbliche
In questo caso il costo varia sensibilmente a seconda del tipo di gestore e della fonte di ricarica. La regola generale è che le classiche colonnine AC a bassa potenza, in grado di erogare tipicamente sino a 22kW con i veicoli dotati di convertitore compatibile con questa potenza massima, hanno un costo al kWh inferiore a quello delle colonnine DC in corrente continua di tipo Fast.
Queste ultime, poi, hanno prezzi che aumentano a seconda del livello di potenza raggiungendo il massimo con le installazioni HPC che possono raggiungere e superare i 300kW di potenza di ricarica. Non dimentichiamo però che la potenza di ricarica è in funzione di differenti elementi, tra i quali incide in modo prioritario la tipologia di soluzione di ricarica installata nel veicolo. La massima potenza di ricarica di una vettura, inoltre, si ottiene solo collegando la macchina con batterie molto scariche: se lo facciamo con batteria carica al 70%, ad esempio, potremo raggiungere una potenza massima che è solo una frazione del picco massimo accettato dalla nostra vettura.
Le colonnine pubbliche hanno caratteristiche e potenze molto diverse tra di loro.
Non dimentichiamoci però degli abbonamenti
La ricarica alle colonnine pubbliche avviene a prezzi che sono predefiniti dal fornitore del servizio, con chiara indicazione del costo al kWh ricaricato. Alcuni di essi offrono però dei pacchetti in abbonamento, con due formule possibili:
- abbonamento mensile: viene corrisposto un canone mensile a fronte del quale si può ricaricare un quantitativo predefinito di kWh, superato il quale si paga la tariffa a consumo “standard”.
- abbonamento a scalare: prevede un quantitativo di kWh di ricarica che può essere consumato in un arco temporale non predefinito, terminato il quale è possibile acquistare delle ricariche o tornare a pagare il costo a consumo “standard”.
Questi pacchetti prevedono tagli variabili a seconda dell’offerta commerciale, con prezzi che tendono ad essere più bassi al kWh all’aumentare del quantitativo di kWh presenti nell’offerta.
Sottoscrivere un abbonamento permette di ottimizzare i costi di ricarica lontano da casa.
Calcoliamo i costi con un esempio pratico
Ipotizziamo di ricaricare completamente le batterie di una vettura elettrica, caratterizzata da una capacità di 60kWh e capace di ricaricare anche sfruttando soluzioni Fast a più elevata potenza attraverso connessione CCS2.
Ricarica domestica
Il prezzo al kWh come segnalato è dipendente dal tipo di contratto sottoscritto ma possiamo ipotizzare che un possessore di veicolo elettrico abbia sottoscritto una formula che permetta di avere un costo medio netto di 0,25€ per kWh. Il costo di ricarica sarà in questo caso pari a 15€.
Ricarica alla colonnina AC da 22kW massimi
Il prezzo al kWh di queste colonnine è pari, al momento della realizzazione di questo articolo, a 0,58€ quale media tra i differenti fornitori. Il costo della ricarica della batteria della nostra vettura sarà quindi pari a 34,8€.
Ricarica alla colonnina Fast sino a 100kW massimi
Il prezzo al kWh di queste soluzioni di ricarica è pari a 0,68€ al kWh, al quale corrisponde un costo per il pieno di energia di 40,8€.
Ricarica alla colonnina Fast sino a 150kW massimi
Il prezzo al kWh di queste soluzioni di ricarica è pari a 0,75€ al kWh, al quale corrisponde un costo per il pieno di energia di 45€.
Ricarica alla colonnina Fast oltre 150kW massimi
Il prezzo al kWh di queste soluzioni di ricarica è pari a 0,79€ al kWh, al quale corrisponde un costo per il pieno di energia di 47,4€.
Notiamo chiaramente come la ricarica più economica sia sempre quella domestica, con un prezzo che è pari a un terzo di quella equivalente su colonnina Fast dalla potenza massima entro i 150kW. Si evidenzia la poca convenienza, rispetto alla potenza di ricarica, della classica colonnina AC rispetto a quelle DC Fast: a fronte di un costo più contenuto di circa il 15% si ottiene un aumento consistente del tempo di ricarica. Altra nota da tenere in considerazione riguarda l’utilizzo delle colonnine più potenti: vanno bene, a questi prezzi, quando possono essere sfruttate al massimo delle proprie potenzialità quindi servendosi di vetture in grado di sfruttarne la potenza e arrivando con la batteria particolarmente scarica così da negoziare le più elevate potenze.
Sottoscrivendo una offerta ad abbonamento, mensile o con credito a scalare, potremo beneficiare di un costo medio di ricarica inferiore rispetto a quello classico a consumo con una riduzione che sarà tanto più consistente quanto maggiore è il credito di kWh a disposizione da consumare nell’arco di tempo.
Cosa cambia nella ricarica delle auto plugin
Qualora acquistassimo una vettura ibrida plugin le considerazioni fatte sopra per le vetture elettriche si applicano allo stesso modo. Dobbiamo però considerare che le vetture ibride plugin sono in genere dotate di ricarica unicamente di tipo AC in corrente alternata, molto spesso con velocità di ricarica contenute a 3,6kW per via della ridotta dimensione della batteria rispetto a quella di una vettura completamente elettrica. Alcuni modelli di ibride plugin sono dotate anche di collegamento in corrente continua di tipo Fast, ma si tratta in genere di una funzionalità implementata nelle vetture plugin più costose dotate di una batteria dalla capacità superiore alla media.