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Uno strato più sottile di un capello per proteggere i pannelli solari spaziali in perovskite

È la soluzione elaborata dai ricercatori del NREL che hanno applicato un sottile strato di ossido di silicio come protezione per le celle solari.

Un gruppo di scienziati del NREL, la divisione per le energie rinnovabili del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti, ha elaborato una protezione per i pannelli solari in perovskite da spedire nello spazio. I ricercatori hanno applicato un sottilissimo strato di ossido di silicio per proteggere le celle.

L'utilizzo dei pannelli solari lanciati nello spazio per raccogliere energia da inviare alla Terra è piuttosto lontano e la ricerca ancora agli albori. Una delle ragioni sono le condizioni a cui devono resistere le celle: radiazioni, temperature, vuoto e ossigeno atomico riducono notevolmente la vita delle celle, il che comporterebbe una manutenzione costante rendendo il progetto sconveniente.

Cella fotovoltaica tandem in perovskite e silicio
Cella fotovoltaica tandem in perovskite e silicio

Nello specifico, le celle in perovskite rappresentano una delle soluzioni più convenienti in quanto hanno un'alta efficienza ed un costo di produzione più basso rispetto a quelle convenzionali in silicio. Sfortunatamente, però, hanno anche una durata inferiore. Nello spazio, le celle in perovskite riescono a resistere solo pochi mesi, il che mal si adatta ad una soluzione che possa sopportare la richiesta energetica costante.

Per tali motivi, gli scienziati hanno applicato uno strato da un micron di ossido di silicio alle celle. Per avere un termine di paragone, lo spessore in questione è cento volte inferiore a quello di uno strato di capelli. Tuttavia, consente alle celle di indurirsi rendendo i pannelli nettamente più resistenti ai fattori avversi, come si legge nel documento pubblicato su Nature Energy.

"Abbiamo compiuto molti progressi e penso che siamo arrivati al punto di essere abbastanza vicini a raggiungere gli obiettivi necessari all'industrializzazione. Tuttavia, per consentire davvero questo ingresso sul mercato, il packaging è il prossimo obiettivo" ha commentato Ahmad Kirmani, condirettore del progetto.

In questo modo gli scienziati hanno ridotto il peso della protezione del 99%, mentre nelle simulazioni e test di laboratorio i pannelli hanno dimostrato una durata che passa da pochi mesi ad alcuni anni. Il prossimo passo, quindi, sarà testare le capacità dello strato protettivo direttamente sul campo.

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