Anche le arti possono contribuire a sensibilizzare le persone alla tema ambientale. Vi raccontiamo due artisti che abbiamo trovato molto interessanti.
La redazione di Tate
14:17
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22 ott 2019
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2 minuti
Sommario
In un momento storico così importante per quanto riguarda l’attenzione al clima e ai rifiuti, anche le arti possono contribuire a sensibilizzare le persone alla tematica ambientale. Infatti, l’arte ha il nobile compito e potere di riuscire ad educare e stimolare il ragionamento e il pensiero. Ecco perché in questo articolo del blog abbiamo deciso di raccontarvi di due artisti e delle loro opere che abbiamo trovato particolarmente interessanti.
Il cambiamento climatico visto con gli occhi di un designer: Alper Dostal
Il primo artista di cui vi vogliamo parlare è Alper Dostal. Austriaco di origine, multidisciplinary designer di professione, con la sua opera “Hot Art Exhibition” Alper vuole mostrare al mondo intero quali sono gli effetti del riscaldamento globale. Per farlo si è servito di alcuni dei quadri più famosi della storia dell’arte, producendo delle rappresentazioni tridimensionali che raffigurano cosa succederebbe ipoteticamente ai capolavori artistici, tra cui quelli di Van Gogh, Picasso, Munch, se le temperature superassero il limite di gradi evidenziato dalla comunità scientifica. In maniera diretta e allo stesso tempo ironica, Dostal, attraverso la raffigurazione del liquefarsi dei quadri, sottintende la necessità di tutelare il patrimonio artistico (e non) dagli effetti del riscaldamento globale.
Il sopruso di plastica visto con gli occhi di un fotografo: Chris Jordan
Impegnato da sempre nel realizzare opere raffiguranti problemi ambientali noti, come l’entità dei rifiuti e della plastica, Chris Jordan è il secondo artista di cui vi vogliamo brevemente raccontare. Molte sono le opere che potremmo citare del fotografo americano dedicate al consumismo di massa, tutte disponibili sul suo sito. In particolare però qui vogliamo citare la serie di fotografie raccolte in Running the Numbers II. Anche in questo progetto vengono raffigurati alcuni dei più grandi capolavori artistici. La particolarità in questo caso è che quadri come la Venere di Botticelli, la Notte Stellata di Van Gogh o la Grande Onda di Kanagawa di Hokusai vengono fedelmente riprodotti in forma di mosaico attraverso l’utilizzo di pezzetti di plastica. La Venere* per esempio è stata realizzata con 2,4 milioni di pezzi raccolti dall’Oceano Pacifico, mentre la Notte Stellata* è stata composta da 50 mila accendini che corrispondono alla quantità di pezzi in plastica presenti in ciascun miglio quadrato degli oceani del pianeta. In riferimento a questo quadro Jordan afferma che “come individui abbiamo un impatto sul mondo e in ciascuna di queste opere c’è una grande collettività composta da tanti piccoli individui. Ad esempio se qui dovessi aggiungere un accendino non ve ne accorgereste ma allo stesso tempo se dovessi togliere un accendino vedreste uno spazio vuoto. Quindi ogni individuo contribuisce alla collettività e il mio obiettivo è quello di esaminare questo concetto, cioè quanto siamo piccoli di fronte all’enormità del mondo.”
Tanti altri artisti hanno prodotto opere per sensibilizzare l’umanità al tema dell’ambiente ma in particolar modo Dostal e Jordan ci sono sembrati i più interessanti poiché, attraverso la riproduzione e rivisitazione digitale dei più grandi capolavori artistici, sono riusciti a trattare la tematica ambientale in maniera originale ed emblematica.
Se conosci altri artisti o ulteriori opere di questo genere condividili con noi, saremo ben lieti di aggiornare l’articolo e aggiungerne altri!
*una volta cliccato sul link clicca l’immagine per zoomare e osservare da vicino i materiali da cui è costituita l’opera d’arte.