È italiano uno dei progetti più brillanti per risolvere la crisi alimentare e la mancanza di terra coltivabile, esplorando strade alternative, come l'agricoltura subacquea.
La redazione di Tate
09:34
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14 dic 2022
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3 minuti
Dieci anni fa, dalla mente di Sergio Gamberini, ingegnere e fondatore dell'azienda di attrezzature subacquee Ocean Reef, è nato il progetto Nemo's Garden, quale alternativa alla coltivazione sulla terraferma. Ecosostenibile e totalmente autosufficiente, questa intuizione potrebbe diventare preziosa per proteggere le piantagioni nelle zone più a rischio a causa del cambiamento climatico.
Gamberini iniziò col creare delle piccole cupole posandole a poca distanza dalle coste liguri e piantandovi il basilico, la piantina simbolo della Liguria ed estremamente impegnativa.
Era il 2012 e la prima serra subacquea era poco più di una bolla di plastica trasparente con attrezzature idroponiche, semi di piante e ventilatori per la circolazione dell'aria, posizionata al largo di Noli, tra i 6 e i 10 metri di profondità, ancorata al fondale marino.
L'esperimento diede risultati straordinari: le piante di basilico si svilupparono in tempi brevi, germogliando a un mese dalla semina.
A quella prima biosfera ne seguirono altre otto, dotate anche di sensori wireless per avere accesso, in tempo reale, a dati come umidità, temperatura e composizione dell'aria da una torre di controllo centrale chiamata "Albero della vita".
"Il principio di funzionamento è semplice: la luce del sole filtrando attraverso il metacrilato delle biosfere scalda l'aria al loro interno e creando una differenza di temperatura ottimale per le piante, permettendo all'acqua dentro la biosfera di evaporare lasciando i sali marini nello strato sottostante. L'acqua evaporata condensa successivamente in goccioline d'acqua dolce sulle pareti della biosfera, raccolta da particolari condensatori che la trasportano in un canale in cui viene aggiunto un fertilizzante, per poi arrivare a nutrire le piante".
Ha spiegato Luca Gamberini, responsabile marketing del progetto.
Il Giardino di Nemo è un sistema in equilibrio, autosufficiente e che non necessita di ulteriore energia se non quella per mantenere costante le temperature interne alla biosfera anche nelle ore notturne: quest’ultima viene prodotta da pannelli solari in superficie ancorati a delle boe.
L'intento è quello di creare un sistema alternativo di agricoltura per quelle aree dove condizioni ambientali, ragioni economiche o morfologiche rendono estremamente difficile la crescita delle piante.
Oltre al basilico, è stato sperimentata con successo anche la coltivazione di pomodori, gombo, fagioli, piselli, erbe aromatiche e fiori.
Uno studio del 2020 ha rilevato ,inoltre, che il basilico del Giardino di Nemo conteneva più clorofilla e antiossidanti rispetto al basilico in superficie, oltre a un diverso mix di oli essenziali.