Hywind Scotland è “nato” nel 2017 quale progetto pilota al largo della costa di Peterhead, nell'Aberdeenshire; cinque anni dopo il suo staff ha condiviso la sua storia e quello che hanno imparato da lui
La redazione di Tate
10:31
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2 gen 2023
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3 minuti
Nel 2017 sono state scritte le prime parole che hanno portato alla conoscenza, nel settore dell’eolico offshore, di cui disponiamo oggi.
Hywind Scotland, un parco eolico da 30 MW (abbastanza per alimentare l'equivalente di 34.000 famiglie nel Regno Unito) composto da cinque turbine eoliche galleggianti, è stato, e per alcuni versi sarà ancora per molto tempo, un banco di prova d’eccellenza che ha permesso a questa tecnologia di evolversi, superare ostacoli e gestire situazioni spinose.
Lo sa bene Equinor, il gigante energetico norvegese, che, assieme al partner Masdar, investì 2 miliardi di corone norvegesi (~ 190 milioni di euro) per realizzare il parco eolico. Dal canto suo Hywind Scotland ha dimostrato di essere all’altezza della cifra sborsata, raggiungendo ogni anno, dal 2017 ad oggi, il fattore di capacità (ovvero la somma dell'energia totale prodotta dall'impianto in un periodo di tempo divisa per l'energia che avrebbe potuto produrre alla piena capacità) medio più alto di tutti i parchi eolici offshore del Regno Unito, mostrando il potenziale dei parchi eolici offshore galleggianti.
Equinor ha affermato che Hywind Scotland sia il parco eolico offshore con le migliori prestazioni al mondo, con un fattore di capacità del 54%, raggiunto nei suoi cinque anni di attività.
Per fare un confronto, il Center for Sustainable Systems dell'Università del Michigan ha riferito che i fattori di capacità eolica offshore "dovrebbero raggiungere il 51% entro il 2022 per i nuovi progetti".
Hywind Scotland ha anche permesso alla squadra che lo gestisce di mettere a punto alcune procedure per effettuare la manutenzione dell’impianto in piena sicurezza, nonostante innegabili difficoltà tecniche e ambientali, come ha raccontato William Munn, plant manager di Hywind Scotland presso Equinor:
“La gestione del progetto Hywind Scotland negli ultimi cinque anni ha informato Equinor di alcune delle sfide uniche associate a un parco eolico galleggiante e delle ricompense, se lavoriamo bene.
A causa della sua posizione e delle condizioni meteorologiche avverse che incontra, Hywind Scotland è esposta a velocità del vento più elevate rispetto a quelle che normalmente vediamo in un parco eolico a fondo fisso,e deve anche resistere a grandi onde, pur continuando a produrre energia con altezze delle onde di 10 metri. Queste particolari condizioni hanno reso necessarie operazioni e metodi di manutenzione unici, come una nave per il trasferimento dell'equipaggio (CTV) ad alte prestazioni in grado di continuare le operazioni in condizioni di trasferimento superiori allo standard.”
Oltre a questo, anche le dimensioni dell’impianto costituiscono un altro elemento di difficoltà: l’altezza massima di Hywind Scotland, dalla base alla turbina, è di 253 metri, mentre la profondità è di 95-120 metri. Ogni pala è ancorata al fondale tramite un sottostruttura di tipo longherone.
L’azienda ha fatto sapere, con orgoglio, che in questi cinque anni di manutenzione non si è verificato alcun incidente sul lavoro. Inoltre, ha sviluppato un controller di movimento per turbina eolica galleggiante che ha implementato presso l’impianto, al fine di aumentare ulteriormente il fattore di capacità del parco eolico.
Steinar Berge, uno dei responsabili Equinor, ha dichiarato:
“Equinor è l'operatore e lo sviluppatore di tecnologie eoliche offshore più esperto al mondo e sta portando le lezioni apprese da Hywind Scotland a nuovi progetti in giro per il mondo”.
L’azienda norvegese al momento ha in cantiere diversi progetti in varie località, tra cui Corea del Sud, Australia, Francia, Spagna, California, Mar Celtico del Regno Unito e Norvegia.