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L'Europa accelera sulle rinnovabili per abbandonare le fonti fossili russe

Quattro paesi dell'Unione Europea prevedono di espandere il più grande parco eolico offshore per velocizzare la transizione verso le rinnovabili e tagliare la dipendenza russa.

Danimarca, Belgio, Germania e Paesi Bassi hanno annunciato un piano congiunto per espandere in maniera significativa la produzione di energia rinnovabile attraverso un parco eolico offshore. L'intenzione è chiaramente quella di eliminare la dipendenza dai combustibili fossili in anticipo rispetto al programma iniziale.

L'Europa ha fissato un obiettivo di produzione di 300 GW entro la fine del 2050 proveniente dai parchi eolici offshore di cui almeno la metà dovrebbe provenire proprio dal sito nel Mare del Nord del quale i paesi sopracitati stanno provvedendo ad espandere la capacità. Il ministro Danese Mette Frederiksen, infatti, ha dichiarato che l'obiettivo è quello di "aumentare di quattro volte la capacità attuale entro il 2030 e di dieci volte entro il 2050". La capacità totale attuale del parco ammonta a 16 GW.

Parco eolico nel Mare del Nord
Parco eolico nel Mare del Nord

La spinta verso un'accelerazione del progetto è stata data chiaramente dagli ultimi avvenimenti che hanno coinvolto Russia e Ucraina. Dati alla mano, infatti, lo scorso anno l'Europa ha importato il 40% del suo gas naturale dalla Russia così come il 25% del petrolio per soddisfare il fabbisogno continentale. Questo determina una forte dipendenza dai combustibili fossili dell'Est il cui approvvigionamento è diventato nettamente più complesso.

Il progetto rientra nel piano denominato RePowerEU che punta a raggiungere 3 obiettivi: una più rapida adozione dell'energia pulita, ottimizzare il consumo energetico riducendo il più possibile gli sprechi e, soprattutto, aumentare l'importazione di gas naturale diverso da quello russo.

A tal proposito, infatti, per l'UE sarà comunque necessario effettuare investimenti per la raccolta di combustibili fossili che possano supportare il processo di transizione. In particolare, la Commissione Europea, ha stanziato circa 10 miliardi per i progetti che coinvolgono gas naturale e gas liquido e circa 2 miliardi per il petrolio, rivolti a quei paesi dell'Unione senza sbocco sul mare, per i quali è impossibile accedere alle fonti non russe.

Il piano avrà un costo complessivo di circa 300 miliardi di euro, di cui oltre i due terzi (210 miliardi) saranno impiegati entro il 2027. L'investimento, però, dovrebbe essere recuperato entro pochi anni, dato che, stando alle stime della Commissione, una volta ultimato dovrebbe consentire un risparmio di circa 100 miliardi l'anno.

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