Scopri il nuovo report dell'IPCC, dedicato in particolar modo ai cambiamenti climatici in relazione alla terra, alle foreste e all’agricoltura.
La redazione di Tate
15:05
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12 ago 2019
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2 minuti
L’8 agosto 2019 l’IPCC, ovvero il panel intergovernativo e scientifico dell’ONU che si occupa di valutare i cambiamenti climatici, ha pubblicato un nuovo report Cambiamento climatico e territorio che, come suggerisce il titolo, è dedicato in particolar modo ai cambiamenti climatici in relazione alla terra, alle foreste e all’agricoltura. Gli autori sono ben 107 ricercatori e provengono da 52 nazioni differenti, la maggior parte dei quali per la prima volta proviene da Paesi in via di sviluppo.
A dimostrazione di quanto possiamo amaramente osservare già tutti i giorni dalle notizie che ci circondano (eventi climatici estremi, deforestazione, incendi), il rapporto conferma l’allarme del cambiamento climatico e ne approfondisce i pericoli relativi al settore agricolo. Nello studio in questione i ricercatori si sono soffermati in particolare su una questione: una buona gestione della terra può aiutare a fronteggiare il problema del cambiamento climatico e a mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2/1,5° C. Il report ha sostanzialmente il grande obiettivo di sensibilizzare alla sostenibilità e coinvolgere tutti: dai produttori nelle decisioni ai consumatori.
La terra svolge un ruolo importante nel sistema climatico. L’agricoltura, la silvicoltura e altri tipi di utilizzo del suolo rappresentano il 23% delle emissioni di gas serra nell’uomo. Allo stesso tempo, i processi naturali terrestri assorbono l’anidride carbonica equivalente a quasi un terzo delle emissioni di anidride carbonica prodotte dai combustibili fossili e dall’industria. Quando la terra viene degradata diventa meno produttiva, limitando così ciò che può essere coltivato e riducendo la capacità del suolo di assorbire carbonio. Ciò aggrava il cambiamento climatico, mentre il cambiamento climatico a sua volta aggrava il degrado del suolo in molti modi diversi. (Jim Skea, co-presidente del gruppo di lavoro IPCC III)
L’altro campanello d’allarme su cui si sofferma il report riguarda la sicurezza alimentare, la quale vede a rischio i suoi 4 fondamenti: disponibilità (produzione), accesso (prezzi), utilizzo (alimentazione) e stabilità (discontinuità delle risorse).
“Una gestione sostenibile del territorio può aiutare a mitigare gli effetti dei gas serra che stiamo continuando a pompare in atmosfera. Attraverso per esempio la riforestazione, la “afforestazione” (creare nuove foreste) e mitigando la deforestazione. Le piante, oltre a essere il “polmone” del Pianeta, possono immagazzinare CO2 sottraendola all’atmosfera fino a un terzo delle emissioni totali, anche se è una percentuale variabile proprio per l’incognita dei cambiamenti climatici. Ma anche la gestione dell’agricoltura potrà dare una mano.” (Fonte: LaRepubblica.it)
Land is where we live. Land is under growing human pressure. Land is a part of the solution. But land can’t do it all.
(La terra è il posto in cui viviamo. La terra è sotto una crescente pressione da parte dell’uomo. La terra è una parte della soluzione. Ma la terra non può farlo da sola.)