Con un investimento di 1,7 miliardi di dollari LGES amplia lo stabilimento statunitense di Holland affiancando la produzione di celle LFP a quelle basate sulla chimica agli ioni di litio.
La redazione di Tate
10:06
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23 mag 2022
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2 minuti
LGES (LG Energy Solution) ha annunciato un investimento da ben 1,7 miliardi di dollari per espandere il sito di Holland nello stato del Michigan. Questo consentirà la produzione di celle per lo stoccaggio dell'energia sfruttando la chimica LFP, indispensabile per incontrare alcune esigenze soprattutto nei mercati di Stati Uniti e Australia.
Lo stabilimento del Michigan si occupa soprattutto della produzione di accumulatori RESU Flex, utilizzati in particolare per gli impianti di energia domestici o aziendali. Nel marzo del 2021 la ACCC (Australian Competition and Consumer Commission) emanò un avviso di richiamo per le batterie RESU agli ioni di litio, in quanto si verificarono alcuni casi di surriscaldamento e incendio. In quell'occasione, LG avviò una campagna di sostituzione gratuita stimata per una cifra di circa 350 milioni di dollari.
Allo stesso modo, LG Energy Solution Michigan ha lanciato lo scorso agosto una campagna di richiamo per le batterie RESU Flex 10H che ha coinvolto circa 10.000 impianti di accumulo. Anche in quel caso, la stessa azienda dichiarò che le batterie avrebbero potuto surriscaldarsi con il rischio di incendi o emissioni di fumi nocivi.
È evidente, quindi, che oltre alle ragioni dovute al costo delle batterie, il passaggio ad una chimica priva di nichel e cobalto giovi al business di LG grazie a una fornitura più sicura ed affidabile in quelle circostanze climatiche che rendono le soluzioni agli ioni di litio sconvenienti (e pericolose). Questi i motivi per cui LGES ha annunciato la produzione di due nuovi tipi di accumulatori: uno di dimensioni standard che verrà prodotto a partire da ottobre del 2023 e l'altro di grandi dimensioni la cui produzione partirà nel Q4 del 2024.
Uno dei principali vantaggi delle nuove batterie è che sfrutteranno il medesimo formato delle attuali agli ioni di litio. Questo lascia supporre che anche quelle LFP saranno celle a sacchetto e potranno essere installate senza alcuna difficoltà nei rack attualmente già presenti all'interno delle infrastrutture.
LGES nella figura di Jorg Jurgens, direttore dei sistemi di accumulo dell'energia EMEA, ha dichiarato alla rivista PV Magazine, inoltre, che la fabbrica del Michigan "quintuplicherà" la produzione di batterie, il che seppur privo di ogni conferma al momento, potrebbe aprire ad uno scenario di applicazioni più variegato. Non sarebbe da escludere, infatti, che LG intenda fornire le proprie batterie anche al settore dell'automotive.
In questo caso, considerando il costo di produzione sensibilmente più basso delle celle LFP, l'azienda consentirebbe di sviluppare veicoli a basso costo garantendo l'accesso alle vetture EV per il grande pubblico. Tuttavia, al momento la chimica LFP costringe a sacrificare parte della densità energetica rispetto agli ioni di litio, impattando inevitabilmente sull'autonomia, ragione per cui il percorso per integrare le nuove soluzioni nel settore dell'automotive potrebbe essere più lungo.