Nonostante l'impressionante aumento della capacità produttiva, pare che i Megapack non saranno disponibili fino al terzo trimestre 2024.
La redazione di Tate
07:30
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26 dic 2022
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2 minuti
Alcuni osservatori hanno notato che il configuratore di Tesla per l'acquisto dei Megapack colloca la prima data utile per la consegna nel Q3 2024. Ciò significa che la produzione è già esaurita per il prossimo anno e mezzo nonostante l'aumento significativo della capacità produttiva messo in piedi da Tesla negli ultimi mesi.
Megapack è il terzo sistema di accumulo dell'energia lanciato da Tesla solo nel 2019 e rivolto al settore industriale. Il suo utilizzo principale lo ha trovato nella costruzione di centrali elettriche virtuali che consentono di supportare la rete principale durante i picchi della richiesta. A differenza delle tradizionali centrali di supporto, i Megapack consentono di sfruttare esclusivamente le fonti rinnovabili ottimizzando l'impiego dell'energia generata.
In sintesi i vantaggi sono numerosi, ragione per cui dalla presentazione ad oggi sono davvero molti i progetti Megapack realizzati in tutto il mondo. Proprio nei giorni scorsi abbiamo parlato del progetto Deux-Acren in Belgio che rappresenterà il Megapack più grande d'Europa realizzato da Corsica Sole e Mirova Energy Transition 5.
Naturalmente, l'adozione sempre più ampia di questi accumulatori ha fatto sì che Tesla accumulasse una coda di ordini, che a quanto pare non si esaurirà per quasi due anni. Tutto questo, nonostante l'azienda abbia sensibilmente ampliato la capacità produttiva: la Megafactory Nevada è arrivata a produrre 42 Megapack a settimana mentre in California è entrata in funzione una nuova Gigafactory, la quale conta di raggiungere una capacità record di 40 GWh l'anno.
Un progresso nel campo dell'autoproduzione di energia rinnovabile importante da parte di Tesla, che si aggiunge ai sistemi Powerpack e Powerwall. Questi ultimi, così come i Megapack, hanno visto un sostanziale aumento della richiesta negli ultimi due anni soprattutto in territorio statunitense, dove gli impianti fotovoltaici privati stanno registrando una diffusione sempre maggiore.
