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Quanti km di autonomia deve avere la mia futura auto elettrica?

Nella scelta di un veicolo elettrico l’autonomia dichiarata è uno dei dati maggiormente considerati: vediamo come stabilire se questo dato sia allineato alle nostre necessità di utilizzo giornaliere.

L’autonomia di funzionamento, cioè quanti km possano essere percorsi con una ricarica completa della batteria, è tra gli elementi più dibattuti nel momento in cui si valuta l’acquisto di una vettura elettrica. Del resto nessuno vuole utilizzare la propria nuova vettura nell'abituale percorrenza giornaliera ritrovandosi poi nella necessità di dover caricare a metà giornata perché si è arrivati pericolosamente vicino ad esaurire la carica a disposizione.

Per questo motivo è indispensabile scegliere la propria vettura elettrica tenendo conto di quella che è l’autonomia necessaria per poter circolare senza la preoccupazione, o la necessità, di dover effettuare una ricarica a metà giornata.

L’autonomia di funzionamento di una vettura elettrica è ovviamente dipendente dallo stile di guida, così come avviene del resto per le vetture a benzina o diesel. I veicoli elettrici sono inoltre influenzati dalle condizioni ambientali: le vetture tendono a consumare di più quando il clima è molto freddo o molto caldo, per la necessità di mantenere le batterie all’interno dell’intervallo di temperatura di funzionamento ottimale. Percorrendo una strada in salita il consumo aumenta in misura marcata ma grazie alla frenata rigenerativa si recupera energia nel momento in cui si percorre una discesa.

Batterie e capacità: quali sono le relazioni

Sappiamo che ad una batteria più grande corrisponde una superiore autonomia, ma questa relazione non è lineare. Avere batterie più grandi porta infatti ad un aggravio di peso della nostra vettura: di conseguenza ne peggiora l’efficienza, pertanto il veicolo consumerà di più a parità di velocità di percorrenza. Il raddoppio della capacità della batteria non può quindi portare ad un raddoppio dell’autonomia: questa crescerà in misura importante a seconda delle caratteristiche della vettura ma non con una relazione lineare rispetto all’aumento della capacità della batteria.

La batteria è inoltre la componente che incide maggiormente sul costo d’acquisto di una vettura elettrica: averne a disposizione una più grande incrementa l’autonomia ma porta anche a far lievitare il prezzo d’acquisto.

La capacità della batteria deve essere scelta in funzione delle necessità di percorrenza, perché il suo costo incide molto su quello dell’auto.

Quanta autonomia dichiarata mi basta per la percorrenza giornaliera?

L’autonomia di funzionamento con batteria delle vetture elettriche viene dichiarata dal produttore come il risultato di un ciclo di omologazione, quello WLTP, che viene eseguito utilizzando la vettura in particolari condizioni. L’autonomia dichiarata è in genere molto difficile da raggiungere nell’utilizzo quotidiano, in quanto la modalità di test del ciclo WLTP tende a generare un consumo più contenuto dell’utilizzo tipico.

Possiamo però basarci sull’autonomia secondo il ciclo WLTP per capire se una certa vettura elettrica possa fare al caso nostro. Se la nostra percorrenza giornaliera media è di 100 km, considerando il tragitto casa-lavoro e gli utilizzi per altre necessità personali della giornata, può fare al caso nostro una vettura che abbia un’autonomia dichiarata nel ciclo WLTP che sia di almeno il doppio della distanza che percorriamo abitualmente ogni giorno, quindi 200 km. Se abitualmente, nel corso della settimana, abbiamo percorrenze giornaliere più elevate dovremo cercare di effettuare questo calcolo sulla base di quella distanza che in modo ricorrente percorriamo. Non è invece necessario fare questi calcoli utilizzando quale riferimento un viaggio lungo che viene effettuato magari una volta all’anno, come quando ci si reca in vacanza in una località di villeggiatura: in quel caso infatti, qualora l’autonomia complessiva non fosse sufficiente, ci si fermerà per effettuare una ricarica ad una colonnina fast.

Scegliere un’auto elettrica che abbia autonomia dichiarata almeno doppia rispetto alla percorrenza giornaliera.
Cavi di ricarica ad una colonnina: connessioni Tipo-2, CCS e CHAdeMO
Cavi di ricarica ad una colonnina: connessioni Tipo-2, CCS e CHAdeMO

Ricaricare la batteria di una vettura elettrica è diverso dal fare il pieno di benzina

Con una vettura dotata di motore endotermico si è abituati a fare il pieno di carburante nel momento in cui la capacità residua a nostra disposizione tende a diventare ridotta. Quando si accende la spia della riserva, di fatto, è il momento in cui si pensa a fermarsi ad una stazione di rifornimento: quasi mai si procede a riempire il serbatoio quando questo è parzialmente pieno, in quanto si ha la quasi certezza che si incontrerà una stazione di rifornimento lungo la strada in virtù della loro presenza capillare e del poco tempo richiesto per fare il pieno.

Con le vetture elettriche l’approccio da adottare è esattamente al contrario: nel momento in cui si presenta l’occasione di poter ricaricare la batteria perché la nostra vettura viene parcheggiata è sempre preferibile procedere al collegamento per una ricarica, così da ripartire con le batterie cariche nel modo migliore possibile. Non ha quindi senso arrivare ad esaurire o quasi la capacità della batteria, come si farebbe con una tradizionale vettura endotermica, a meno di non essere alle prese con un lungo viaggio alla cui destinazione sappiamo di poter ricaricare le batterie. Meglio ricaricare frequentemente, anche poco per volta se il tempo a disposizione permette solo questo, così da estendere l’autonomia complessiva.
È quindi importante, in linea generale, procedere con la ricarica della batteria ogni volta che si ricovera la macchina in garage a prescindere dall’autonomia a disposizione. Se ad esempio, di ritorno dal lavoro, parcheggiamo la vettura con il 50% di batteria a disposizione è preferibile collegarla alla rete e ricaricarla fino alla percentuale abituale, ad esempio l’80%, anche se per la nostra percorrenza tipica un’autonomia del 50% sarebbe stata sufficiente a circolare anche il giorno successivo.

Meglio ricaricare appena possibile, anche per poco, evitando di arrivare a sera con la batteria molto scarica.

Quanta autonomia se non posso ricaricare a casa?

Qualora non possediate un garage con presa della corrente l’acquisto del veicolo elettrico è possibile ma si perde la possibilità di ricaricarne le batterie ogni notte mentre parcheggiato. Di conseguenza è consigliabile in questo caso optare per una vettura elettrica che integri batterie di superiore capacità, grazie alle quali magari poter essere sicuri di circolare anche per più giorni consecutivi senza dover procedere a ricercare in emergenza una colonnina.

Se non è possibile ricaricare a casa meglio scegliere un'auto elettrica con una batteria più capiente.

Se la mia macchina supporta ricarica veloce cambia qualcosa?

La maggior parte delle vetture elettriche, con eccezione di quelle pensate in modo specifico per la città e dal costo d'acquisto più contenuto, sono dotate di ricarica compatibile tanto con le colonnine AC a corrente alternata come con le più veloci Fast a corrente continua. Queste ultime sono disponibili con due tipologie di connettore: CHAdeMO, sviluppato in Giappone e adottato da alcuni produttori di queste terre per un numero limitato di proprie vetture, e CCS che è di fatto lo standard universale di ricarica fast per le vetture vendute e circolanti in Europa.

Grazie alla ricarica fast le batterie vengono ripristinate in tempi più rapidi rispetto alla ricarica domestica o a quella alle colonnine in corrente alternata di tipo AC, in alcuni casi con differenze molto rilevanti. La disponibilità di ricarica fast è particolarmente utile nel momento in cui effettuiamo un viaggio di lunga percorrenza, che richiede per sua natura una o più soste di ricarica intermedie per ripristinare la batteria e poter in questo modo procedere fino a destinazione.

La ricarica fast viene però molto raramente utilizzata nelle operazioni di ripristino della batteria eseguite quotidianamente, salvo rare eccezioni (presenza di colonnina fast in prossimità del luogo di lavoro o dell’abitazione). Il tempo di ricarica è inferiore ma il costo del servizio è ben più elevato, proprio a scontare la durata più contenuta.

Di conseguenza la presenza o meno di ricarica di tipo fast non tende a influenzare i parametri di scelta del nostro veicolo, in funzione di autonomia e percorrenza media. Se effettuiamo con una certa frequenza viaggi di lunga durata il supporto alla ricarica fast è di fatto caratteristica obbligata: in questo caso saranno da preferire le vetture che sono in grado di ricaricare in fast alla potenza più elevata in quanto nelle giuste condizioni d’utilizzo permettono di contenere i tempi richiesti per completare l’operazione.

La ricarica Fast è fondamentale per i viaggi, non per la ricarica giornaliera.

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